Ma quanti volti ha il capolavoro di Leonardo da Vinci?
Il ritratto di donna, da tutti conosciuto come “La Gioconda”, ovvero Lisa Gherardini, moglie del mercante fiorentino Francesco del Giocondo, è un olio su tavola di piccole dimensioni (alto solo 77 cm) dipinto tra il 1503 e il 1506 da Leonardo e conservato al Louvre di Parigi.
Dopo la sparizione nel 1911 per mano di un impiegato del Museo (ma sarà vero?), Vincenzo Peruggia (originario di Dumenza), convinto che il quadro dovesse assolutamente tornare in Italia dopo essere stato rubato da Napoleone, il dipinto fu rivenduto da lui stesso ad un antiquario fiorentino, Alfredo Geri. La “Monna Lisa” ritornò nelle mani dei francesi nel 1913.
Del furto furono addirittura accusati e poi scagionati Apollinaire e Picasso!
Peruggia fu arrestato e dapprima condannato ad un anno e quindici giorni di carcere. In seguito la pena venne ridotta a sette mesi e quindici giorni: il suo patriottismo, in qualche modo, gli fu amico e gli valse diverse simpatie, in seguito anche alle sua dichiarazioni di aver trascorso due anni “romantici” con la Gioconda appesa accanto al suo tavolo in cucina.
Ricordare quanti furono gli artisti che riprodussero il soggetto leonardesco risulterebbe un’impresa davvero difficile.
Citiamo solo i più famosi: Marchel Duchamp, esponente della corrente Dadaista, nel 1919 offrì al pubblico una versione decisamente provocatoria della Gioconda, “…. così universalmente nota e ammirata da tutti che sono stato molto tentato di utilizzarla per dare scandalo. Ho cercato di rendere quei baffi davvero artistici”, così scrisse lui stesso.
E’ del 1930 la “Mona Lisa with keys” di Fernand Leger; del 1954 il “Self Portrait as Mona Lisa” del Surrealista Salvator Dalì.
Anche Andy Warhol, rappresentante della Pop Art, si è cimentato con il soggetto, nel 1963. E come non citare "La Gioconda" extra large del pittore colombiano Ferdinando Botero, del 1977, così come la “Mona Lisa” di Jean Michel Basquiat del 1983 o quella del pittore e graffittaro statunitense Keith Haring, datata 1988?
Anche al Museo Parisi-Valle di Maccagno con Pino e Veddasca, il capolavoro leonardesco sarà protagonista nella mostra “I volti segreti della Gioconda”, dal 7 dicembre (inaugurazione alle ore 17.30) all’8 marzo 2020.
Organizzata dall’Associazione milanese Ponte degli Artisti”, e fortemente voluta dal suo fondatore Savi Arbola Appiani, questa imperdibile rassegna propone al pubblico la reinterpretazione della “Gioconda” ad opera di quaranta artisti contemporanei. Fiore all’occhiello, una riproduzione dell'opera per non vedenti.
Un evento assolutamente in linea con le celebrazioni che in ogni parte del mondo si stanno svolgendo in occasione dei 500 anni dalla morte di Leonardo.
Come spiega il Sindaco, Fabio Passera, “il passato e la leggenda della “Monna Lisa” leonardesca hanno una straordinaria attinenza con il nostro Comune. La storia dei fratelli Vincenzo e Michele Lancillotti di Cadero e la permanenza proprio qui tra noi del celeberrimo quadro trafugato dal Louvre, sono passaggi che – diciamolo – ci inorgogliscono davvero. Alla fine, la vicenda di Maccagno con Pino e Veddasca si intreccia in maniera importante con quella universale che avvolge la vita e le opere di Leonardo”.
Prima dell’inaugurazione al “Parisi-Valle”, alle ore 16 al “Punto d’Incontro” di via Valsecchi, sempre a Maccagno, si svolgerà la presentazione del libro di Silvano Vinceti, presidente del Comitato Nazionale per la valorizzazione dei Beni Storici, Culturali ed Ambientali, dal titolo: “Il furto della Gioconda. Un falso al Louvre?”. Un’occasione per riflettere e scoprire nuovi punti di vista e di interpretazione di un capolavoro del nostro Rinascimento e un dovuto omaggio al genio leonardesco.
“I volti segreti della Gioconda
Dal 7 dicembre all’8 marzo 2020
Ingresso libero
Civico Museo Parisi Valle, via L. Giampaolo 1
Maccagno con Pino e Veddasca (Varese)
Inaugurazione: sabato 7 dicembre 2019 alle ore 17.30
Orari: venerdì dalle ore 14.30 alle ore 18.30
sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 14.30 alle ore 18.30.