Sandro Bardelli è una figura sicuramente nota nel territorio varesino che gli ha dato i natali; ha sempre avuto nel cuore l’amore per l’arte, coltivata fin da giovanissimo come hobby.
Analista chimico e accompagnatore turistico, proprio grazie a quest’ultima professione che gli ha permesso di girare il mondo, dal 1980 al 1993, Bardelli raccoglie un bagaglio di esperienze e di immagini indelebili che ritroveremo nelle sue opere, caratterizzate da un forte cromatismo. Ama dipingere non solo paesaggi (oltre alle zone del Canton Ticino e di Varese predilige la Toscana e Venezia) ma anche la figura femminile, che ritrae soprattutto con la pittura ad olio.
Sperimenta numerose tecniche dando vita a svariate opere: con gli acrilici, ad esempio, realizza murales su edifici pubblici e privati. Nel 1989 si dedica nuovamente alla figura attraverso lo studio delle maschere orientali e si avvicina all’astrattismo, all’affresco e all’utilizzo della tempera all’uovo.
Volta decisamente pagina, a partire dal 2003, iniziando la ricerca sulla grafica. Mescola la china con colori ricavati da sostanze naturali come bacche, thè, caffè e cenere e li utilizza su svariati tipi di supporti cartacei: carta velina, cartoncino, letraset, carta telata e carta di riso lavorata a mano, proveniente dall’Asia.
Il Museo Parisi-Valle di Maccagno, che celebra quest’anno il ventesimo anniversario dalla sua fondazione, ha deciso di dedicare una personale a Sandro Bardelli con la mostra "Il sentimento della realtà, la contemplazione della bellezza", che verrà inaugurata sabato 14 aprile 2018 e rimarrà aperta fino a domenica 10 giugno 2018.
“Mi piace sottolineare la valenza del titolo di questa rassegna che lascia fruire il pubblico di un nucleo consistente di opere inedite e frutto di un costante studio e di un'approfondita ricerca sulla forma e gli ingredienti primi dell'Arte”, spiega il Sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca, Fabio Passera.
Clara Castaldo, curatrice della mostra, afferma: “Si tratta di una serie di cicli tematici inediti, basati su nuove tecniche polimateriche, duttili ed innovative. Accade così che il dipinto assume una solidità quasi tridimensionale e la trama ed il colore diventano mezzi di una ricerca esistenziale sulla vera essenza del reale.”
Accanto alle opere di Sandro Bardelli, fino al 13 maggio è dedicato uno spazio ai mosaici di Gianpietro Pugni di Cadero. Proprio a lui e a Pierangelo Sartorio si deve la realizzazione, nel 2015, di una serie di mosaici ad opera degli studenti dell’Accademia di Belle Arti “Santa Giulia” di Brescia, che hanno reso ancor più meravigliose le vie di Cadero, piccolo gioiello della Veddasca.