“Ero garzone in una fornace veneziana: mi hanno seminato vetro”.
Con queste parole, Mauro Bonaventura riassume efficacemente il suo percorso artistico, la sua avventura che lo ha portato a diventare quello che è oggi, un vero e proprio maestro della lavorazione a lume.
Inaugurata sabato 9 settembre 2017 al Civico Museo “Parisi-Valle” di Maccagno con Pino e Veddasca, “Il bandolo dell’Arte” è senza dubbio una mostra che esce dal tradizionale “fil rouge” che l’Amministrazione comunale ha seguito in questi ultimi anni privilegiando artisti in qualche modo legati al nostro territorio, Varese, e alla Lombardia.
“Con Mauro Bonaventura ci siamo spostati verso la laguna Veneta” - ha spiegato il Sindaco Fabio Passera - “e, inevitabilmente, siamo stati contagiati dalla magia, dalle forme e dai colori racchiusi nell’arte vetraria, seppure a volte poco conosciuti dal pubblico”.
Le opere esposte, circa una trentina, lasciano davvero senza fiato. Chi le osserva da vicino non può non rimanerne folgorato dalla bellezza, dall’incredibile maestria della lavorazione di ogni singolo frammento, dai colori magistralmente fusi che evocano quel ricordo indelebile fisso nella memoria di chi ha avuto la fortuna di osservare da vicino, almeno una volta, i maestri vetrai nelle loro botteghe veneziane.
La tecnica a lume, utilizzata da Mauro Bonaventura, permette di realizzare oggetti di piccole dimensioni rispetto a quella classica del vetro di fornace. E quegli omini che sono così perfettamente incastonati nelle sue creazioni sono davvero meravigliosi. Sembrano acrobati, che nelle più svariate posizioni, si aggrappano ai fili che, come in una vera e propria matassa – si dipanano fino a creare un’opera che lascia senza parole. Ognuno può interpretarla a seconda della propria fantasia.
“Hypercube” (107x23x61cm) è sicuramente una delle più belle sculture in mostra: una croce che non ha alcun significato religioso ma rappresenta, come ha spiegato l’artista, quella croce, appunto, che ognuno di noi almeno una volta nella vita ha portato, o alla quale si sente “appeso”.
Interessanti anche le diverse “teste” che contengono oggetti al loro interno, a significare la diversità dei pensieri di ogni essere umano (“Strong box”; “Touchy”;Ironed thoughts”). Molto belle le leggere sculture multicolori che ricordano figure geometriche (“Variable geometries”; “The dialog of difference”) o evocano addirittura la luna, come “Glass moon”.
Suggestivo e assolutamente geniale l’allestimento, a cura di Giorgio Bianchi, che ha saputo mettere in risalto e valorizzare forme e colori di ogni singola opera appoggiandola, semplicemente, su pannelli orizzontali.
Durante la presentazione della mostra si è parlato anche del nuovo sito del Museo (www.museoparisivalle.it), in fase di ultimazione, realizzato da Giovanni Colombo. Si è voluto creare uno strumento di elevato spessore didattico, pensato ad hoc per studiosi e anche per chi ha a cuore l’arte e desidera informarsi su tutti gli artisti che hanno esposto nei diciannove anni di vita di questo polo museale.
Clara Castaldo è, come sempre, la curatrice di questa nuova mostra, che rimarrà aperta fino al 29 ottobre 2017.
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