Non sempre si ha la fortuna e la possibilità, quando si va a visitare una mostra, di stringere la mano all’artista che ha realizzato le opere esposte.
Il più delle volte ci si deve accontentare di sfogliare le pagine di un catalogo, fare ricerche su internet per conoscerne la storia e trovare qua e là qualche aggancio con il passato. E tante domande restano senza risposta, dentro di noi… Ma alla personale “Le radici profonde non gelano”, l’autore era presente. Antonio Franzetti era lì con noi.
A Maccagno per la quinta volta, per continuare un percorso di stima e amicizia iniziato nel 2009. Non ha mancato di ringraziare e di sorridere con chi si complimentava con lui; ha risposto con la gentilezza che lo contraddistingue, alle domande di chi, incuriosito, voleva sapere qualcosa di più sulle sue creazioni. Non serve ripetere quello che già altri, in modo peraltro encomiabile, hanno scritto di Antonio Franzetti.
Ci piace solo raccontare qualche emozione vissuta sabato 5 dicembre 2015, negli spazi del Civico Museo Parisi Valle a Maccagno con Pino e Veddasca. Tante le persone, venute anche da fuori, gli amici, le autorità che hanno voluto dare il benvenuto e ringraziare l’artista. L’allestimento, davvero particolare e innovativo, ha colpito tutti: su passerelle rosse, a terra, sono state poste le sculture. Abituati ad osservarle all’altezza del nostro sguardo, ci siamo “dovuti” piegare per guardarle, studiarle, capirle. Un modo senza dubbio diverso di vedere l’arte, ma anche un’opportunità per essere più vicini ad ogni singola opera e apprezzarla in modo totale, analizzarla a fondo, cogliere particolari che altrimenti ci sarebbero sfuggiti.
Perché le sculture di Franzetti meritano di essere meditate. In ognuna di esse si trova un qualcosa che ciascuno di noi ha nel proprio intimo, nel proprio inconscio: una ferita, un tormento, ma anche una via di salvezza e di redenzione. Altrettanto intensi i disegni esposti, eseguiti con grafite e carboncino su carta: bozzetti, studi preparatori che risalgono anche agli anni degli studi a Brera, durante i quali Antonio Franzetti è allievo di Marino Marini.
Durante il suo mandato di Sindaco di Gemonio, è stato tra i fondatori del Museo Floriano Bodini e, per molti anni, Presidente dello stesso.
Come ha ribadito il Sindaco, Fabio Passera, sta per concludersi un anno che ha visto passare sul palcoscenico di questo nostro Museo quattro grandi personaggi del mondo dell’arte: Massimo “Antime” Parietti, Innocente Salvini, Vittorio Parisi e, in ultimo, Antonio Franzetti. Senza dubbio diversi tra loro nella personalità, nei percorsi di vita e nell’espressione delle loro arti. Ma a tutti loro va il nostro più sincero ringraziamento per aver contribuito a rendere sempre più il nostro Civico Museo un punto di riferimento per i fruitori dell’arte a 360 gradi.
Una grande opportunità culturale per il territorio varesino, e non solo.
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