Giovedì 4 febbraio 2016 è una data molto importante: il Comune di Maccagno con Pino e Veddasca compirà due anni!
Facciamo un piccolo passo indietro: due mesi dopo il referendum consultivo del primo dicembre 2013, approvato dalla popolazione (sul filo di lana a Maccagno e Pino, a larghissima maggioranza a Veddasca), il Prefetto di Varese Giorgio Zanzi inviò quale primo Commissario straordinario Pasqualina Ferra. Una situazione che durò fino alle elezioni del 25 maggio successivo, con l’insediamento dell’attuale Amministrazione.
Il nuovo Ente, costituitosi il 4 febbraio 2014, nato dalla fusione degli ex Comuni di Maccagno, Pino Lago Maggiore e Veddasca, con legge regionale numero 8 del 31 gennaio 2014, unì quasi 2.600 abitanti (per l’esattezza 2.569 al 31 dicembre scorso).
E’ la storia a ricordarci come si tratti del secondo momento di riorganizzazione che ha interessato questo territorio negli ultimi ottantasette anni.
Risale infatti al 23 dicembre 1927 la pubblicazione, sulla Gazzetta Ufficiale, della norma che aggregava al Comune di Maccagno superiore quelli di Maccagno inferiore, Campagnano, Garabiolo e Musignano (non si trattò, in quel caso, di una fusione volontaria, bensì di una scelta imposta dall’alto).
Contestualmente Cadero con Graglio fu unito ad Armio, Lozzo e Biegno, dando vita al Comune di Veddasca. Solo Pino rimase sempre autonomo: un accadimento difficile da capire considerando la vicinanza dell’altrettanto piccola Tronzano. Una scelta che si spiega con la presenza, come villeggiante, di un influente gerarca fascista, che fece in modo che quel vento di semplificazione amministrativa - voluto fortemente da Benito Mussolini - non toccasse quel paese a ridosso della Svizzera.
Quel che è certo è che, nei quasi 42 chilometri quadrati che oggi formano una sola entità amministrativa, seconda per estensione solo a Varese sui 139 Municipi che compongono la provincia, poco meno di un secolo fa si era costretti a transitare attraverso ben dieci Comuni diversissimi tra loro, e tutti orgogliosamente gli uni contro gli altri.
Non ci resta che augurare buon compleanno al nostro grande Comune, con la promessa di continuare ad amministrarlo nel modo migliore possibile per renderlo sempre più bello e, soprattutto, un modello da seguire per chi non ha la fortuna di viverci.