I colori dell'Africa alle "Ceppaie"

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Sabato 5 settembre sono arrivati a Maccagno con Pino e Veddasca un gruppo di 27 ragazzi profughi, provenienti dalla Nigeria e dal Gambia.


La sede prescelta per accogliere queste persone che fuggono dalle violenze e dalla povertà dei loro Paesi è lo stabile comunale che ospita l’Associazione “Le Ceppaie”, che fa capo agli Scout di Luino.
La decisione di offrire per 45 - 60 giorni un riparo dignitoso e tanta solidarietà ai profughi, fa seguito alla richiesta della Prefettura di Varese.
L’assistenza dei ragazzi presso le Ceppaie è svolta dalla “Agrisol Servizi” di Ferrera di Varese, una Cooperativa Sociale di tipo B (che si occupa della gestione di attività finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, nei settori industria, commercio, servizi e agricoltura) che lavora con la Caritas di Como.
Un custode è presente 24 ore al giorno presso la struttura.
I migranti sono seguiti da uno psicologo, un avvocato, un’assistente sociale e un mediatore culturale. La loro giornata si svolge con attività di gruppo.
Un regolamento preciso è stato predisposto dalla Cooperativa.
Ci sono orari per la colazione, il pranzo e la cena. I cancelli vengono chiusi la sera alle 22 e riaperti la mattina alle 9; l’accesso è consentito ai soli ospiti.
E’ vietato fumare, l’uso di sostanze alcoliche e stupefacenti.
Gli ospiti devono contribuire a tenere in ordine e puliti gli ambienti interni ed esterni; è proibito mangiare in camera e una serie di altre direttive molto precise.
Come ha più volte ribadito il Sindaco Fabio Passera, la disponibilità del Comune è stata data dopo aver valutato attentamente ogni dettaglio, cercando di garantire ai cittadini la massima sicurezza e ai profughi condizioni dignitose per il loro breve soggiorno.
Secondo le indicazioni della Prefettura, infatti, queste persone saranno trasferite in altra destinazione non appena il luogo prescelto a ospitarli sarà pronto.
Lo stesso Sindaco ha immediatamente fatto visita agli ospiti per sincerarsi delle loro condizioni in una realtà tanto diversa da quella in cui erano abituati a vivere e per discutere con i responsabili della Cooperativa i dettagli della loro permanenza nella nostra Comunità.

Di fronte a un’emergenza mondiale, aver accettato di dare una mano a chi è in difficoltà vuole significare una scelta consapevole non solo di civiltà – il non venir meno ai propri doveri istituzionali – ma anche e soprattutto di umanità.

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